In quanto medici ricevete quotidianamente molte informazioni sui vostri pazienti che sono indispensabili per il vostro lavoro. A tale riguardo è fondamentale proteggere la sfera privata e la personalità dei pazienti.
I punti più importanti
- Quali persone è consentito informare riguardo allo stato di salute dei pazienti?
In linea di principio, tutti hanno diritto a un trattamento riservato dei dati sul proprio stato di salute. Per questo fornire informazioni a terzi è consentito solo con l’esplicito consenso della persona interessata. Ciò vale anche nei confronti di coniugi e partner conviventi. Anche i genitori di minori capaci di discernimento possono essere informati solo con il consenso del minore.
Fornire informazioni ai familiari è permesso solo se la persona è incapace di discernere e non ha nominato un proprio rappresentante.
Senza il consenso della persona interessata non è nemmeno consentito informare il datore di lavoro riguardo all’esatta diagnosi. È permesso informarlo solo riguardo all’eventuale incapacità lavorativa.
Il segreto medico vale anche dopo la morte.
- È permesso scattare una foto di una lesione o di una ferita e inviarla a colleghi?
In linea di principio, per farlo è necessario richiedere il consenso della persona interessata.
Senza il consenso, la documentazione fotografica di una ferita è ammessa solo se la foto non contiene alcun riferimento che consenta di risalire alla persona in questione. Se si desidera inviare la foto ad altri medici, è necessario prestare attenzione che la persona raffigurata non sia identificabile nemmeno da parte di questi ultimi, a meno che il destinatario non stia già partecipando alle cure.
Va inoltre considerato che la protezione dei dati deve essere sempre garantita. Per l’invio è quindi opportuno utilizzare una connessione criptata e conforme allo stato attuale della tecnica. Infine, non vanno utilizzati dispositivi privati, bensì solo gli apparecchi del datore di lavoro.
- Quando una persona viene portata in ospedale priva di coscienza, a chi è consentito comunicare dati del paziente e quali?
Se una persona viene portata in ospedale priva di coscienza, è necessario determinare in base alle circostanze se sia nell’interesse preponderante della persona in questione che vengano informati i parenti più stretti. In caso affermativo, si può presumere che sussista il consenso della persona interessata e procedere ad informare il coniuge o il/la partner convivente. Lo stesso vale per una persona deceduta.
- È permesso parlare con i colleghi in corridoio?
I medici sono soggetti al segreto professionale in qualsiasi momento – in corridoio, nella stanza presso il reparto, nella caffetteria o in treno. Non bisogna quindi parlare dei pazienti e delle cartelle cliniche in modo che altri possano sentire. In una stanza a più letti non si può evitare che gli altri pazienti ascoltino. In una situazione di questo tipo, bisogna comunque cercare di proteggere la sfera privata nel modo migliore possibile, ad esempio abbassando la voce, evitando dettagli inutili e/o utilizzando un paravento protettivo.
Va considerato inoltre che il segreto medico si estende anche ai documenti cartacei e ai dati presenti sul proprio computer. Prima di far entrare la persona successiva, bisogna quindi accertarsi che sulla propria scrivania o sul proprio schermo non siano visibili dati di altri pazienti.
- È consentito condividere dati contenuti nel sistema di gestione dei pazienti con colleghi che non dispongono delle necessarie autorizzazioni?
L’accesso al sistema di gestione dei pazienti è personale e deve essere utilizzato solo per lo svolgimento del proprio lavoro. È permesso consultare, trattare o inoltrare i dati solo nella misura necessaria per lo svolgimento del proprio lavoro.
Non è nemmeno consentito comunicare a terzi i dati di login.
- Attenzione al phishing!
Bisogna essere diffidenti riguardo alle cosiddette e-mail di phishing e agli SMS della stessa natura. Si tratta di e-mail o SMS ricevuti e apparentemente legittimi, nei quali viene chiesto di fornire determinate informazioni, di cliccare su un link o di aprire un allegato. Facendo quanto richiesto, è possibile che sul proprio computer venga installato un software dannoso. Particolare attenzione va prestata se non si conosce l’indirizzo del mittente. Spesso le e-mail di phishing simulano anche un certo carattere di urgenza, per indurre il destinatario ad agire in modo rapido e precipitoso. In caso di dubbio, è necessario chiedere personalmente al mittente se ha effettivamente inviato l’e-mail in questione.
- Reti pubbliche
Massima prudenza è richiesta per l’utilizzo di connessioni WLAN accessibili a tutti. Bisogna accertarsi che la connessione sia protetta. In caso di dubbio, è opportuno rinunciare a utilizzare la rete in questione.