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FAQ settimana 42+4 ore

FAQ Indice

Qual è la differenza tra perfezionamento professionale strutturato e non strutturato?

Come indica il nome, il perfezionamento professionale strutturato deve contenere una struttura ed essere focalizzato principalmente sul perfezionamento professionale dei medici assistenti – questa tipologia si contrappone al “learning by doing” e ai “teachable moments” durante il normale servizio, in cui l’attenzione è rivolta soprattutto al o alla paziente. Il perfezionamento professionale strutturato deve comprendere una preparazione, lo svolgimento e una discussione successiva dell’attività, nonché un chiaro rapporto di insegnamento-apprendimento. Sono quindi da considerarsi perfezionamento professionale strutturato soprattutto i corsi organizzati, i programmi di apprendimento, le lezioni cattedratiche e simili, tutte attività che devono essere esplicitamente previste e chiaramente indicate nella pianificazione dei turni. Il perfezionamento professionale non strutturato comprende attività didattiche individuali di chi segue il perfezionamento professionale come studio autodidattico, compresi l’e-learning individuale, le ricerche bibliografiche e le attività relative al lavoro di ricerca, nonché il perfezionamento professionale nell’ambito del normale servizio (“learning by doing” e “teachable moments”). Ulteriori informazioni e precisazioni sono disponibili nella Scheda informativa sul perfezionamento professionale strutturato dell’ISFM.

Come è possibile ridurre l’orario di lavoro senza assumere ulteriori medici?

L’obiettivo della settimana lavorativa di 42+4 ore è sfruttare meglio le ore di lavoro dei medici assistenti. Per riuscire a svolgere lo stesso lavoro con lo stesso numero di medici, sono quindi assolutamente necessari adeguamenti e ottimizzazioni dei processi lavorativi. L’esperienza dimostra che in tutte le cliniche esiste un potenziale di risparmio e ottimizzazione. In molte, tale potenziale è addirittura estremamente elevato, considerando che oggi i medici trascorrono solo una frazione della loro giornata lavorativa presso i pazienti. Prima di procedere a una riduzione dell’orario di lavoro teorico è quindi indispensabile discutere insieme i processi di lavoro, l’amministrazione e le responsabilità, al fine di individuare possibili ottimizzazioni e attuarle insieme. L’esempio del reparto di terapia intensiva dell’Ospedale universitario di Zurigo (USZ), in tedesco e francese, mostra che, attraverso un’ottimizzazione sistematica dei processi di lavoro, è possibile ridurre l’orario di lavoro teorico senza dover assumere nuovo personale. Con il manuale “Medicina, non burocrazia!”, l’asmac avanza una proposta per un processo di miglioramento, ma è anche possibile collaborare con aziende esterne o imparare da altre cliniche.

Cosa fare se non si può frequentare il perfezionamento professionale a causa di un turno notturno?

La professione medica è orientata principalmente ai pazienti e all’assistenza sanitaria. È chiaro che i turni di notte, come anche le situazioni impreviste e non pianificabili, ne sono una componente essenziale. Le 4 ore di perfezionamento professionale strutturato (PPS), richieste come minimo, sono da intendersi come contingente settimanale e possono essere di più in una settimana e di meno in un’altra (ad es. turni al pronto soccorso o notturni), ma devono essere successivamente recuperate. Questo aspetto deve essere esplicitamente considerato nella pianificazione dei turni. Anche i corsi esterni di mezza giornata e/o di una giornata (anche nei weekend) vengono conteggiati ai fini del contingente. È anche possibile offrire e/o svolgere più di quattro ore di PPS in una settimana; tale numero di ore indica solo il minimo settimanale previsto.

Cosa fare se la propria clinica è troppo piccola per poter offrire almeno quattro ore di perfezionamento professionale strutturato alla settimana?

Le 4 ore di perfezionamento professionale strutturato (PPS) sono da intendersi come contingente settimanale minimo e possono essere di più in una settimana e di meno in un’altra. Tuttavia, considerando l’intero anno, il PPS deve ammontare ad almeno quattro ore alla settimana. Le piccole cliniche possono sfruttare il potenziale offerto da cooperazioni con altre istituzioni più grandi oppure soluzioni flessibili come corsi di perfezionamento professionale di una giornata intera o corsi online. Già oggi, in singoli casi, i medici assistenti si recano presso istituzioni di grandi dimensioni. Tali cooperazioni possono essere promosse con maggiore energia. Anche i formati online rappresentano una buona soluzione. Possono essere utilizzati come integrazione della parte principale del perfezionamento professionale strutturato costituita da corsi organizzati sul posto, in particolare in situazioni come turni notturni od oscillazioni stagionali del numero di pazienti.

Perché una riduzione dell’orario di lavoro è anche nell’interesse dei pazienti?

La giornata lavorativa dei medici è piena e, in base alle situazioni, comprende piccole e grandi decisioni. In tale contesto, i medici hanno una grandissima responsabilità per il benessere dei pazienti, essendo chiamati a fornire diagnosi e trattamenti corretti e completi. Nel caso peggiore, eventuali errori possono avere gravi conseguenze per i pazienti. Studi scientifici mostrano che un crescente carico di lavoro causa nella maggior parte delle persone un calo della concentrazione e delle prestazioni, con maggiore probabilità di commettere errori. L’elevato stress può avere anche conseguenze sulla salute – come carenza di sonno, esaurimento o perdita di autostima –, le quali a loro volta rischiano di compromettere le prestazioni, determinando cure di qualità insufficiente o addirittura errori nel trattamento. Tutto ciò può essere evitato con condizioni di lavoro moderne che permettano ai medici di essere rilassati e riposati. Condizioni di lavoro migliori contribuiscono anche a ridurre le malattie, i casi di burnout, le assenze, gli infortuni e i casi di abbandono della professione da parte del personale, garantendo una maggiore stabilità e una migliore qualità delle cure.

Che cosa dice la Legge sul lavoro?

Scopo della Legge sul lavoro è proteggere i lavoratori da danni alla salute correlati al lavoro svolto. Per i medici, la legge prevede un orario settimanale massimo di 50 ore. Nella Legge sul lavoro è definita anche la differenza tra ore supplementari e lavoro straordinario. Le ore supplementari si generano quando l’orario di lavoro quotidiano o settimanale effettivo supera quello contrattualmente concordato. Tali ore in più vengono conteggiate nel saldo dell’orario flessibile, il quale deve essere compensato tramite tempo libero nel corso dell’anno civile. Il lavoro straordinario si genera quando il numero di ore lavorate durante una settimana supera il limite consentito di 50 ore. Tali ore di straordinario vengono conteggiate sia nel saldo dell’orario flessibile, che in un apposito conto separato. Le ore di lavoro straordinario generate devono essere compensate – previ accordi con il/la dipendente – mediante tempo libero di uguale durata o con un supplemento salariale. Il saldo cumulato delle ore di straordinario nel corso di un anno civile non deve superare le 140 ore (che non vanno intese come contingente, bensì come ore da accumulare solo in caso di emergenza). Il superamento di tale limite è considerato una violazione della Legge sul lavoro, anche se le ore di lavoro straordinario accumulate sono già state compensate con tempo libero.

Orari di lavoro lunghi sono una normale componente della professione medica. È sempre stato così.

Negli scorsi anni, la professione e la medicina hanno subito notevoli cambiamenti a seguito degli sviluppi a livello sociale e tecnologico. Il carico di lavoro è aumentato in modo significativo e la quotidianità dei medici in ospedale è oggi ben diversa da quella di 20-30 anni fa. Non solo la società, ma anche gran parte dei medici hanno un’idea della professione nella quale l’attenzione è focalizzata su un corretto trattamento dei pazienti e un’assistenza sanitaria di elevata qualità. Cattive condizioni di lavoro, che causano affaticamento e sovraccarico, nonché carenza di perfezionamento professionale di buon livello, fanno sì che i medici non possano occuparsi dei pazienti e delle loro esigenze mediche nella misura auspicata. Per questo abbiamo bisogno di condizioni di lavoro che consentano un’assistenza medica di alta qualità, garantendo così l’adempimento del compito fondamentale del corpo medico. Una carriera medica e la medicina di vertice sono raggiungibili anche rispettando la Legge sul lavoro. Al contempo, è necessario garantire un rapporto equilibrato con un’assistenza di base di alto livello qualitativo alla popolazione nel suo complesso.

Se l’orario di lavoro si riduce, non dovrebbero ridursi anche i salari?

Lo scopo principale della settimana lavorativa di 42+4 ore è ottenere condizioni di lavoro adeguate ai tempi per la professione medica. Ciò consentirà di contrastare la carenza di personale qualificato e ridurre il tasso di abbandono della professione. In linea di principio, si tratta quindi di preservare l’assistenza sanitaria, assicurando un sufficiente apporto di nuove leve. Gli attuali salari dei medici assistenti sono conformi al mercato e paragonabili ai salari iniziali di altre professioni accademiche (che non conoscono la settimana di 50 ore lavorative). In caso di riduzione dei salari, gli ospedali e le cliniche rischiano di inasprire ulteriormente i loro problemi di reclutamento di personale qualificato, perdere la loro attrattività come datori di lavoro e mettere quindi a rischio l’assistenza medica. Soprattutto nell’attuale difficile contesto, è anche nell’interesse degli ospedali non ridurre i salari. Le risorse umane sono il pilastro principale del sistema sanitario.

Perché si parla sempre solo di medici assistenti?

Ovviamente, i lunghi orari di lavoro non riguardano solo i medici assistenti, ma anche i capiclinica. Attualmente l’asmac si focalizza solo sui medici assistenti, perché l’attuazione della settimana lavorativa di 42+4 ore per i capiclinica è più complicata, in particolare per il fatto che essi non svolgono più il perfezionamento professionale e sono invece tenuti a svolgere dieci giorni all’anno di aggiornamento continuo. Le problematiche organizzative correlate a una riduzione dell’orario di lavoro sono quindi diverse. In una seconda fase e sulla base delle esperienze fatte con la settimana lavorativa di 42+4 ore per i medici assistenti, vi è l’intenzione di puntare anche a una riduzione dell’orario di lavoro teorico per i capiclinica.

Si dice spesso che la settimana lavorativa di 42+4 ore non è attuabile in chirurgia.

La settimana di 42+4 ore è possibile anche in chirurgia. Attualmente non è disponibile un numero di operazioni sufficiente per lo svolgimento del perfezionamento professionale in chirurgia e questo è un problema per gli aspiranti chirurghi, in quanto non riescono a raggiungere il numero di interventi necessario per conseguire il titolo di specializzazione. Questo problema deve essere affrontato separatamente e prima dell’introduzione della settimana lavorativa di 42+4 ore. A tale scopo è necessario verificare e analizzare i processi e i motivi per i quali, nonostante l’elevato numero di ore di lavoro previsto dall’orario in vigore, non vi sia tempo per il perfezionamento professionale strutturato e le necessarie operazioni, individuando possibili soluzioni. L’asmac sta elaborando un catalogo di misure per affrontare gli attuali problemi correlati al perfezionamento professionale in campo chirurgico. A parte ciò, anche in chirurgia l’attuazione della settimana lavorativa di 42+4 ore è soprattutto una questione di organizzazione e buona volontà.

I medici hanno un buon salario, soprattutto dopo il periodo come assistenti. Non è quindi giustificato che durante il perfezionamento professionale debbano lavorare un po’ più del normale?

I salari dei medici assistenti sono a un livello normale rispetto a quanto guadagnano i laureati universitari nei primi anni dopo la fine degli studi. Più avanti sia i medici che i lavoratori di altre professioni accademiche possono effettivamente ottenere salari relativamente alti, tuttavia la stragrande maggioranza riceve anche dopo il periodo come medico assistente un salario nella media delle altre professioni accademiche. Per quanto concerne i salari, va considerato inoltre che, anche con il modello basato su 42+4 ore, l’orario di lavoro è comunque superiore all’orario di lavoro medio della popolazione. A ciò si aggiunge il fatto che i turni vengono coperti anche con servizi di picchetto, nonché turni serali, notturni e nel fine settimana. Indipendentemente da ciò, si tratta di garantire la qualità del servizio, una retribuzione corrispondente al livello di responsabilità, nonché la sicurezza dei pazienti e la sostenibilità del settore sanitario. I medici assistenti a rischio di burnout, che si assentano per malattia dovuta al sovraccarico di lavoro o che commettono errori per stanchezza e affaticamento eccessivi non sono utili al sistema.

Se non è possibile frequentare il perfezionamento professionale, non deve attivarsi l’ISFM?

Secondo il Regolamento per il perfezionamento professionale dell’Istituto svizzero per la formazione medica (ISFM), i medici in corso di formazione sono tenuti a svolgere almeno quattro ore di perfezionamento professionale strutturato alla settimana. Se ciò non è possibile in un centro di perfezionamento professionale riconosciuto, si deve attivare l’ISFM. Tuttavia, anche l’ISFM dipende dalle notifiche che dovrebbe ricevere ogni volta che in un centro di perfezionamento professionale si verificano dei problemi legati al perfezionamento professionale. In quanto associazione professionale dei medici assistenti, l’asmac si impegna per affrontare in modo costruttivo la questione dell’offerta di perfezionamento professionale strutturato e i problemi più diffusi. In tale contesto giocano un ruolo non solo la settimana lavorativa di 42+4 ore ma, ad esempio, anche le visite nell’ambito dell’accreditamento ISFM.

Se i medici assistenti trascorrono meno tempo in ospedale, vedono anche meno pazienti. Ciò non ha effetti negativi sul loro perfezionamento professionale?

No. Esistono studi che evidenziano come oggi il tempo dedicato all’assistenza ai pazienti spesso non superi le due ore al giorno (da 76 a 134 minuti). Quindi il vero problema è di che cosa si occupano i medici assistenti nel tempo che trascorrono in ospedale – la notevole quota di tempo di cui oggi necessitano per svolgere i compiti amministrativi o altre attività non mediche non contribuisce al loro perfezionamento professionale e non incrementa le loro esperienze a contatto con i pazienti. Ecco perché una buona attuazione della settimana lavorativa di 42+4 ore, con riduzione delle attività non mediche, contribuirà invece a migliorare la qualità del perfezionamento professionale. L’ISFM distingue tra perfezionamento professionale non strutturato “on the job” e perfezionamento professionale strutturato. Entrambi sono importanti: da un lato, è essenziale accumulare esperienza e conoscenze sulla base di casi concreti, ma al contempo serve anche una solida base di conoscenze teorico-mediche che devono essere costantemente rinfrescate e aggiornate al nuovo stato della ricerca.

Gli ospedali sono alle prese con problemi finanziari. Possono permettersi la settimana lavorativa di 42+4 ore?

L’attuazione della settimana lavorativa di 42+4 ore dipende in primo luogo dalla volontà e dalla disponibilità nei confronti del cambiamento. Le ottimizzazioni dei processi e la diminuzione dei compiti amministrativi possono contribuire a ridurre le attività non redditizie negli ospedali. Le conseguenze di cattive condizioni di lavoro – straordinari da pagare, fluttuazione del personale, difficoltà nel reclutamento, impiego di personale temporaneo ecc. – causano maggiori costi aggiuntivi per gli ospedali. Il sistema sanitario e gli ospedali funzionano solo se è disponibile personale sufficiente per svolgere il lavoro. Considerando questo aspetto, l’attrattività del posto di lavoro e le condizioni di lavoro hanno la massima priorità.

I medici fanno molto. Non bisognerebbe iniziare già nel periodo degli studi per preparare meglio gli studenti alla realtà lavorativa quotidiana?

Il corso di studi in medicina può e deve essere migliorato per preparare meglio gli studenti alla realtà lavorativa quotidiana dopo gli studi. L’asmac supporta le misure che vanno in questa direzione. Nonostante ciò, per affrontare i problemi oggi esistenti negli ospedali non c’è altro modo che migliorare le condizioni di lavoro dei medici assistenti.

Non ci sono problemi anche con l’attuazione?

Il passaggio al modello basato su 42+4 ore va inteso come processo che non può essere attuato in modo perfetto da un giorno all’altro. È essenziale effettuare ampi accertamenti preventivi e verificare le interfacce, in particolare quelle verso le cure e l’informatica. Bisogna inoltre verificare quali contenuti e processi di lavoro devono essere ripensati, ottimizzati o completamente abbandonati. Nell’ottica di un miglioramento continuativo, è consigliabile prevedere regolari cicli di feedback che consentano di condividere le esperienze dei medici assistenti con la direzione della clinica e affrontare le problematiche individuate.

Il modello basato su 42+4 ore non è flessibile e complica la pianificazione dei turni.

Non è così. Le 42 ore di servizio da dedicare ai pazienti devono essere intese nell’ambito di un modello di orario flessibile. Ad esempio, se in una settimana il lavoratore presta 45 ore, le tre ore aggiuntive vengono accreditate sul conto delle ore supplementari. Tali ore possono poi essere compensate. In questo modo c’è sufficiente flessibilità per affrontare emergenze non pianificabili od oscillazioni del numero di pazienti. Le quattro ore di perfezionamento professionale alla settimana sono una richiesta minima e anch’esse vanno intese come contingente. È assolutamente possibile, svolgere in una settimana otto o più ore di perfezionamento professionale strutturato, ad esempio per via di un convegno.